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Le tecniche di produzione

Le tecniche di Produzione dell'olio extravergine di oliva in Abruzzo

In Abruzzo sono ancora adottate tecniche di produzione tradizionali legata a un notevole impiego di manodopera soprattutto nelle due fasi importanti che sono rappresentate dalla potatura e dalla raccolta del prodotto. Solo nelle aree dove è più sentita la specializzazione colturale e dove l’informazione tecnica è più capillare si assiste all’introduzione di tecniche innovative soprattutto riguardo alla conduzione del suolo, alla lotta fitosanitaria e alla raccolta del prodotto. In genere, la forma di allevamento più diffusa è quella a vaso. La tecnica di potatura è diversa in quanto si operano interventi biennali negli oliveti anziani, mentre negli oliveti giovani è praticata la potatura annuale. L’oliveto è normalmente oggetto di 2-3 lavorazioni stagionali, più o meno superficiali a seconda del mezzo utilizzato e della tipologia dell’oliveto. C’è da sottolineare la progressiva diffusione della tecnica della non coltura che consente una migliore conservazione dell’acqua nel terreno, una superiore efficienza delle radici della pianta e una maggiore economicità nella gestione dell’oliveto. Per la difesa fitosanitaria, da alcuni anni la regione Abruzzo ha attivato uno specifico progetto di lotta guidata e integrata volta alla razionalizzazione e riduzione dei trattamenti chimici nel rispetto dell’ambiente e della salute umana.

La raccolta delle olive

È effettuata ancora manualmente per brucatura del frutto. Ma l’alto costo della manodopera e la sua difficile reperibilità stanno imponendo l’utilizzo della meccanizzazione per la raccolta delle olive. Tale scelta si rende impellente anche per la necessità di concludere in breve tempo la raccolta, in modo da salvaguardare parallellamente anche la qualità del prodotto. Le operazioni di raccolta si concentrano nella prima quindicina di novembre anche se si sta cercando di anticiparne l’inizio per ottenere oli con caratteristiche qualitative migliori e per operare in periodi di tempo più clemente.


Oltre 200 mila quintali è la produzione olearia media che pone la nostra regione tra le più importanti nella graduatoria nazionale. L’olivicoltura abruzzese vanta una produzione di qualità eccellente che raggiunge quasi la totalità della produzione regionale. Il patrimonio olivicolo abruzzese è stimato in 8/9 milioni di piante su circa 45 mila ettari. Le aziende agricole interessate sono circa 65mila, poche sono, però, quelle a carattere esclusivamente olivicolo. Pur interessando tutte le provincie, la maggiore superficie olivicola coltivata è quella di Chieti con il 65%. L’area vestina rappresenta una delle aree qualitativamente più pregiate della regione e comprende i comuni di: Loreto Aprutino, Pianella, Moscufo, Penne, Collecorvino, Città S.Angelo, Spoltore, Cappelle sul Tavo. Da un punto di vista geografico, l’olio extravergine d’Abruzzo viene venduto prevalentemente in regione (75%), mentre il resto arriva nel nord Italia, soprattutto in Emilia Romagna, Veneto e Lombardia. Sono poche le aziende che dichiarano di vendere all’estero (4%): in Svizzera, Germania, USA, Canada e Singapore. In ogni caso, una recente indagine ha rilevato che, nella nostra regione, questo prezioso condimento viene usato da più del 96% della popolazione. Anche il consumo pro-capite (15-17 litri) è tra i più alti dell’intero bacino mediterraneo. Il carattere commerciale del prodotto esige un marchio di origine e qualità che, recentemente, è stato istituito dall’ARSSA con il nome di Abruzzo Qualità. L’iniziativa è nata per affermare e consolidare in Italia e all’estero l’immagine del nostro pregevole prodotto. È evidente che il marchio Abruzzo Qualità è riservato ai produttori agricoli abruzzesi, singoli e associati, i cui prodotti abbiano raggiunto un considerevole standard qualitativo con continuità e uniformità di produzione.

             

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