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La tradizione dell'olio in Abruzzo

L’Abruzzo può meritarsi tranquillamente l’appellativo di “terra degli olivi”. L’olivicoltura, nella nostra regione, si è evoluta, nei secoli, per soddisfare gli usi e le necessità di intere generazioni di agricoltori, legandosi a profonde radici culturali. L’Abruzzo rappresenta indiscutibilmente una delle aree olivicole più interessanti per vocazione e per qualità produttiva grazie anche ad una produzione media pari a circa 260.000 quintali di olio, in gran parte extravergine.

L’Abruzzo ha una superficie olivetata di 45.000 ettari dalla quale vengono prodotte 1.400.000 quintali di olive e appunto 260.000 quintali di olio.

Per l’economia agricola della regione, l’olivicoltura rappresenta uno dei comparti produttivi più importanti nonché una caratterizzazione del territorio, essendo molto ampia l’area di distribuzione della coltura che si estende dal mare alla montagna, dalle colline litoranee a quelle pedemontane della Maiella e del Gran Sasso. È evidente come in tale scenario esistano differenti realtà olivicole frutto dell’assetto colturale e sociale delle aziende oltre che dell’influenza del clima. In passato la mezzadria, riconosciuta co-me storica forma di conduzione delle a-ziende nell’Italia centrale, ha sicuramente condizionato la gestione degli oliveti. L’olivicoltura, infatti, in tale contesto, rappresentava una coltura secondaria perché considerata di contorno alle attività principali quali l’allevamento del bestiame e la cerealicoltura. La prova di ciò è data dall’adozione di sesti di impianto senza schemi precisi, tipici di coltivazioni arboree consociate a colture di pieno campo. Nelle zone in cui la mezzadria è stata molto presente quali le aree collinari del teramano e in parte quelle del pescarese è ancora oggi visibile tale impostazione colturale. In altre zone, come quelle costiere della provincia di Chieti, invece, troviamo filari di olivi che fanno da cornice al vigneto in una caratteristica consociazione topografica. È anche vero, comunque, che accanto a tali realtà si contrappongono  significativi esempi di forte identità produttiva olivicola che ritroviamo nel comprensorio vestino dei comuni di Moscufo e Pianella caratterizzati dall’elevato indice di specializzazione colturale per la presenza della varietà locale Dritta. Altri importanti comprensori regionali sono quelli legati ad altre interessanti varietà locali come la Toccolana per l’area di Tocco Casauria e l’Intosso per Lanciano e i comuni vicini. Un discorso a parte va fatto per le olivicolture minori come quelle rintracciabili nei comuni di Capestrano e Ofena dove l'olivo è presente grazie alla coltivazione della Rustica e la Gentile dell’Aquila che mostrano di possedere caratteristiche di resistenza di adattamento a questi tipi di ambienti pedemontani.

             

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