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Eventi e Fiere

itinerario “Vestino”

Distesa sulle rive del Mare Adriatico, ai due lati della foce dell’omonimo fiume, sorge la moderna Pescara, città che diede i natali all’illustre poeta Gabriele D’Annunzio. Nacque nel 1927, allorché diventa anche capoluogo di provincia, in seguito alla fusione delle due cittadine situate l’una rispetto all’altra sulla sponda opposta del fiume: Castellammare Adriatico sul lato sinistro, dall’altra parte Pescara. La lunga storia della città ha inizio dall’antico emporio marittimo Aternum, costituito dai popoli allora abitanti nell’odierno Abruzzo: i Vestini, i Marrucini, i Peligni e i Frentani. Poi, con molta probabilità al tempo dei longobardi, il nome cambiò e divenne Piscaria, ad indicare che in queste acque la pesca era abbondante. Durante il medioevo la città fu soggetta a vari domini, mentre dell’anno 1799 si ricorda il generale Gabriele Manthoné che con i suoi concittadini oppose una lunga resistenza all’assedio dei borboni. Quindi le terribili guerre mondiali e in seguito la ricostruzione e la rinascita di Pescara che grazie ad un rapido sviluppo economico e demografico si è spinta verso l’interno fino ai vicini e fertili colli. Il mare e la spiaggia però sono tra le ricchezze più belle di questa grande città, con il meraviglioso lungomare che sfocia, proprio nel cuore del centro abitato, nella panoramica e verdeggiante Piazza I° Maggio. Iniziamo da qui la nostra visita, e subito, volgendo le spalle alle azzurre acque, c’immettiamo nella comunicante Piazza della Riviera, meglio conosciuta come Piazza Salotto dal nome della famiglia Salotto, proprietaria del terreno su cui è sorta la Piazza. Via Nicola Fabrizi, Via Firenze, Corso Umberto sono solo alcune delle vie affollate ogni giorno dalle tante persone in giro per lo shopping nei numerosi e ricchi negozi. Sullo sfondo del Corso ecco apparirci in tutta la sua imponenza la modernissima Stazione, caratterizzata dalle vetrate che ricoprono le pareti esterne. Proseguendo per Corso Vittorio Emanuele raggiungiamo Piazza Duca d’Aosta, dove alla nostra sinistra scorgiamo imponenti edifici: Palazzo di Città con la sua torre sulle cui facciate spicca l'orologio e il Palazzo del Governo che ospita gli uffici della Prefettura, della Provincia, della Questura e della Biblioteca Provinciale. Nel suo interno vi ammiriamo numerose opere artistiche fra cui la meravigliosa tela del pittore abruzzese Francesco Paolo Michetti, “La Figlia di Jorio”. Oltrepassiamo il ponte che sovrasta il fiume ed entriamo nella parte vecchia della città, chiamata anche Pescara Porta Nuova. In Corso Manthoné visitiamo la Casa nativa di Gabriele D’Annunzio, dove sono conservate, oltre agli arredi, oggetti appartenuti al poeta, mentre alcune stanze a piano terra ospitano il Museo delle tradizioni popolari e la Mostra archeologica didattica Permanente. Famoso nel cortiletto interno dell’abitazione è il piccolo pozzo. A pochi passi da qui c’è un altro ricco museo dedicato al noto Basilico Cascella che con le sue opere da inizio ad una lunga generazione di artisti abruzzesi. Ci immettiamo in Via Gabriele D’Annunzio e poco distante ecco apparirci la bellissima Cattedrale di San Cetteo, patrono della città. La moderna struttura - i lavori terminarono nel 1938 - ci richiama alle classiche chiese romaniche che incontriamo in Abruzzo. Nel suo interno scorgiamo la grande tela di San Francesco, opera di Giovanni Francesco Barbieri o Guercino, la tomba della madre del poeta pescarese, Luisa De Benedectis D’Annunzio, e un busto ligneo del Santo patrono. Percorriamola tutta la via ammirando lo stile Liberty dei palazzi che la costeggiano, fino ad arrivare nella parte più a sud, dove troviamo l’ombrosa e rigogliosa Pineta, il più grande polmone verde della città. Non molto distante da qui, lungo la strada che costeggia il mare, si erge l’alto obelisco (65 metri) del Teatro-monumento dannunziano, sede estiva di importanti spettacoli teatrali e musicali. Da visitare anche le numerose chiese di Pescara, tra cui l’ottocentesca Chiesa del Sacro Cuore, la Chiesa di Sant’Antonio, la Chiesa dello Spirito Santo abbellita dai marmi e dalle vetrate decorate e la Chiesa della Madonna dei Sette Dolori, meta ogni anno, nella prima domenica di giugno, di solenni festeggiamenti. Festa grande in città è anche l’ultima domenica del mese di luglio, in occasione della ricorrenza di Sant’Andrea, protettore degli uomini di mare. La leggenda narra di un pesce luminoso trovato in mare dal pescatore Andrea. Questi lo appese fuori dall’uscio di casa e la luce del pesce riportò a riva altri pescatori che una notte, durante una brutta tempesta, si erano persi in mare. Particolarissima è la processione fatta ancor oggi in mare aperto con file di motopescherecci, tra bande musicali e luminosi fuochi pirotecnici. Il corteo raggiunge la vicina Montesilvano dove viene lanciata una corona di fiori in acqua in memoria dei morti e poi il ritorno al porto cittadino. Numerose sono le manifestazioni pescaresi, ne citiamo alcune: il Premio internazionale “Ennio Flaiano” nel mese di luglio insieme al festival del jazz e all’apertura degli spettacoli nel Teatro D’Annunzio che si concludono ad agosto, e poi ancora nel caldo mese di agosto la famosa gara ciclistica per il Trofeo “Matteotti.

Lasciata la frenetica Pescara ci addentriamo nei più tranquilli territori della valle del fiume Tavo: estesi campi di colture e macchie di vegetazione cominciano ad apparire sui fertili terreni che fiancheggiano la strada. Su di una collina tra splendidi uliveti troviamo Moscufo, paese che gode di indescrivibili panorami e conosciuto soprattutto per il suo squisito olio di oliva ma anche per il tradizionale Presepio vivente, uno dei più belli d’Abruzzo. Subito visitiamo l’antica chiesa di Santa Maria del Lago, nel cui interno notiamo l’imponente ambone del 1159 di Mastro Nicodemo, formato da quattro colonne, archi con splendidi disegni in rilievo e l’originale tribuna arricchita da elementi arabeschi di grande effetto. Al centro del paese entriamo nella Chiesa di San Cristoforo, del 1607, ad unica navata, con ornamenti barocchi e all’interno artistiche pitture sulla volta e tele sugli altari laterali. Poi, prima di ripartire, ci avviamo verso la settecentesca Chiesa della Pietà, dove ammiriamo dipinti di grandissimo valore artistico come “La Pietà” di Severino Palunti.

Usciti da Moscufo continuiamo a spingerci all’interno della provincia pescarese e arriviamo al paese di Pianella, anch’esso posto su una panoramica collina. Nella zona più esterna della cittadina sorge la bella Chiesa di Sant’Angelo, costruita probabilmente intorno alla prima metà del 300 sui resti di un tempio dedicato a Vesta. Spicca subito il portale decorato e il maestoso rosone con disegni finemente intagliati, mentre il massiccio campanile si innalza direttamente dall’interno della chiesa. Nel cuore di Pianella incontriamo la Chiesa di San Domenico che mostra un interno dallo stile decisamente barocco. Lo stesso stile che possiamo ammirare in un’altra splendida chiesa, quella della Vergine del Carmine raffigurata, nel timpano, con il Bambino. A questo punto godiamoci l’antica e meravigliosa Chiesa di Sant’Antonio, le cui alterne vicende sono ben visibili nelle diverse linee della struttura più volte rimaneggiata. Qui, in una cappella, vi sono conservati i resti di Santa Ciriaca. All’uscita dal paese una visita al portale del Municipio, del 1625, realizzato in pietra. La domenica di Pasqua a Pianella comincia nelle prime ore dell’alba, quando un gruppo di cantori con accompagnamento musicale porta il “buongiorno” agli abitanti del paese. I primi ad essere svegliati sono chiaramente i personaggi più in vista come il sindaco, le autorità civili e militari che non solo accettano di buon grado il mattiniero risveglio, ma contraccambiano con l’offerta di dolci e bevande. A volte, le strofe, costruite ironicamente, mettono alla berlina, senza che nessuno se ne abbia a male, difetti, manie e caratteristiche.

L’itinerario procede nella direzione dei monti e non appena oltrepassiamo Cepagatti ci fermiamo per la nostra terza tappa a Nocciano. Ora siamo nella valle situata tra il fiume Pescara e il suo affluente Nora. Scorgiamo due graziose chiese che hanno da raccontare una lunga storia. Una è la Chiesa di San Lorenzo, festeggiato in paese il 10 agosto quando il cielo notturno è illuminato dalle stelle cadenti. L’edificio cristiano però è orami in gran parte distrutto, ma sono comunque evidenti le linee architettoniche della struttura medievale di origine romanica. L’altra è la chiesa di Sant’Antonio da Padova, profondamente trasformata nel corso dei secoli. L’interno è essenzialmente barocco negli ornamenti e nell’arredo, come per il pulpito pensile minuziosamente intagliato. Nelle sue immediate vicinanze c’è da visitare l’antico Castello medievale ed il suo grande torrione.

Ed eccoci pronti a ripartire per l’ultima meta. Da Nocciano scendiamo ora verso il fiume Pescara, ma senza oltrepassarlo ci fermiamo a Rosciano. Del paese si hanno notizie già nell’antico medioevo allorché era abitato dalle genti longobarde. In seguito la sua storia s’intreccia con quella del popolo albanese presente ancora oggi in una frazione di Rosciano chiamata Villa Badessa, dove i costumi e le usanze della loro terra vengono tramandate di padre in figlio, come i festeggiamenti per la santa Pasqua celebrati secondo la tradizione bizantina greco-albanese. Ma entriamo a visitare, nella parte più antica di questo paesino agricolo, la Chiesa di San Nicola risalente al XV secolo. Vi si accede da un ingresso laterale per scoprire un interno ad un’unica navata dove vi sono conservati degli artistici affreschi del rinascimento. Ci spostiamo all’antica Chiesa medievale di Santa Maria Assunta che, trasformata nei secoli successivi, ha acquisito uno stile tipicamente barocco. Di bell’effetto qui è la tela dell’Assunta. Usciti dalla Chiesa osserviamo il Castello medievale di Rosciano oggi ancora conservato in ottime condizioni.

             

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