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itinerario “Valle Roveto”
L’Aquila è il capoluogo della nostra regione. Città di antiche origini, ricca di storia e di pregevoli monumenti d’arte. Nella storia di questa città ricorre molto spesso il numero 99, la città fu infatti scelta per la sua particolare posizione di centralità tra i 99 nuclei esistenti nell’epoca della fondazione, si indicano 99 castelli, 99 piazze, 99 fontane, 99 chiese. Per il nostro percorso abbiamo scelto alcune tra le maggiori opere d’arte della città.
Cominciamo dalla magnifica Basilica di S. Maria di Collemaggio, il più importante monumento storico ed artistico aquilano., iniziata nel 1287 per volere dell’eremita Pietro del Morrone, struttura architettonica romanico-gotica. Sul fianco sinistro la trecentesca “Porta Santa”, sul fianco destro l’antico monastero dei Celestini con il caratteristico chiostro. L’interno a tre navate, è stato riportato sull’originale stile dopo il terremoto del 1703. Notevole il sepolcro di Papa Celestino V, canonizzato nel 1313. Il mausoleo di impianto classico contiene le spoglie del Santo Papa. Poco distante sorge il Palazzo delle Esposizioni dall’architettura neoclassica, è sede del Consiglio Regionale. Oltre il verde parco, sulla strada d’accesso alla città, la Chiesa di Cristo Re, realizzata nel 1935 secondo gli schemi architettonici delle antiche costruzioni abruzzesi. Proseguendo verso l’interno la Chiesa di Santa Giusta con la grande facciata in pietra, artistici il portale e il rosone. Interno ad unica navata, cinquecentesco l’altare maggiore, pregevoli tele di epoche diverse, avanzi di affreschi del XV-XVI secolo. Nei pressi Palazzo Centi, barocco, dall’imponente facciata a tre zone sovrapposte. È sede della Giunta Regionale. È facile raggiungere la scenografica Piazza Duomo con la Chiesa del Suffragio, la Cattedrale, i Palazzi di armonica architettura. La Chiesa di S. Maria del Suffragio, settecentesca, ha l’interno barocco, altari in pregiati marmi, pregevoli tele di epoche diverse. Il Palazzo Rivera del 1770 dall’imponente facciata su tre piani. All’interno, nei vari ambienti importanti raccolte di maioliche ed artistiche tele.. una sosta per ammirare l’originale complesso della Fontana delle 99 cannelle, pittoresca e scenografica, realizzata nel 1272 dal maestro Tancredi di Pentima. La Chiesa di San Domenico del 1309, completata nel periodo rinascimentale. Il Castello, imponente ed importante opera di fortificazione del XVI secolo si erge nella parte più elevata della città. Vera fortezza più che castello eretta dal governo spagnolo “ad reprimendam aquilanorum audaciam”. Restaurato dopo l’ultimo conflitto, ospita il Museo Nazionale d’Abruzzo, la Soprintendenza per i Beni ambientali Architettonici, Artistici e Storici per l’Abruzzo e l’Auditorium. Il Teatro Comunale, tipica costruzione sul modello dei teatri italiani dell’800. Carattere neoclassico all’interno e all’esterno. Basilica di S. Bernardino: maestosa e superba, iniziata nel 1454 in onore del Santo senese morto all’Aquila nel 1444. Da ammirare: la pala d’altare in terracotta smaltata di Andrea Della Robbia (1435-1525), “L’Adorazione dei Pastori”, dell’aquilano Pompeo Cesura, grande tela della Crocifissione (XVI-XVII sec.), adiacente alla Basilica il Convento francescano con i due interessanti chiostri dal carattere medievale, realizzati nel periodo rinascimentale. Ritornando verso il centro svetta la forte Torre Civica nella Piazza Palazzo. Di origine trecentesca fu ristrutturata dopo il terremoto del 1703 con l’aggiunta della torretta- cella campanaria. Dall’orologio, ogni sera, due ore dopo il tramonto, vengono suonati 99 rintocchi a ricordo dei 99 castelli, delle 99 chiese, delle 99 fontane, delle 99 piazze.
La natura non è stata avara in questo scorcio dell’entroterra aquilana dove paesaggi naturalistici meravigliosi sono pervasi in tutte le stagioni da un caratteristico e intenso profumo di muschio. Siamo nella quieta e verdeggiante Valle Roveto attraversata dal fiume Liri: a poca distanza da Civitella Roveto, centro di villeggiatura molto frequentato, dalla caratteristica cascata “Zompo lo Schioppo” che merita una visita e dal monte Pozzotello (1915). Meta di suggestive passeggiate è San Vincenzo Valle Roveto Nuovo. Un caratteristico paese, pacioso e riposante, risorto dalle ceneri del violento terremoto che, nel 1915, lo rase al suolo. Gerle, canestri e cesti di ogni foggia e misura, frutto di una tradizione che affonda le sue radici molto lontano nel tempo, rappresentano i prodotti più tipici dell’artigianato locale specializzato proprio nella lavorazione di giunchi e vimini. L’agricoltura è la base dell’economia del Comune che si divide in San Vincenzo Valle Roveto e San Giovanni Valle Roveto Nuovo.
Si prosegue poi in Val Roveto, a un tiro di schioppo dal Parco Nazionale d’Abruzzo c'è Balsorano che si divide in due frazioni: Balsorano Nuovo e Balsorano Vecchio. Tra le tortuose viuzze ricche di storia aleggia ancora la leggenda di quell’affascinante brigante di nome Angelo che, per sfuggire alla cattura dei gendarmi, scavò una caverna. Un lungo cunicolo che, nell’immaginario popolare, collegherebbe questo piccolo centro abruzzese con la Grotta di Monte Sant’Angelo in Puglia. Proprio sopra l’ingresso della grotta nacque, in seguito, un ospizio per pellegrini e vicino, dopo la Bolla di Bonifacio VII, nel 1296 un santuario. Un luogo sacro, meta l’8 maggio, di un pellegrinaggio degli uomini di Balsorano e delle vicinanze che lì trascorrono, tra esercizi spirituali, la vigilia della ricorrenza dell’Angelo. Da visitare anche la Chiesa di San Francesco che conserva, nell’altare maggiore del XVIII uno splendido paliotto, un crocifisso del 1725 e una statua lignea del 1400. Al 1300 risale invece la chiesa della Madonna delle Grazie purtroppo quasi completamente distrutta. Imponente nella sua mole medievale il Castello Piccolomini che, trasformato in un palazzo residenziale, si erge su uno sperone a Balsorano Vecchio. Tra le feste da ricordare il 17 gennaio Sant’Antonio Abate e la prima domenica dello stesso mese quando le vie del paese si animano per la fiera di tessuti e chincaglierie varie.