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Eventi e Fiere

itinerario “Teatino”

Si erge su di un colle poco distante dalla costa adriatica, a 330 m. sul livello del mare, l’antichissima città di Chieti. La sua origine, tanto lontana nei secoli quanto misteriosa, è legata a più leggende che la vogliono ora edificata dall’invincibile Ercole, ora dall’eroe greco Achille che la chiamò Teate in onore della madre Teti. Più verosimile, ma meno affascinante, è invece l’ipotesi di una sua origine italica. Sicuramente l’allora Teate nel 1000 a. C. divenne la capitale del popolo Marrucino. Oggi possiamo scorgere le tracce di questa lunga storia passeggiando per le caratteristiche vie del centro abitato: il complesso termale, i resti del teatro romano, risalenti al I e II sec. d. C., sono solo alcune delle bellezze che incontriamo in questo splendido viaggio nel tempo che fu. Nell’ampia e luminosa Piazza Vittorio Emanuele II, siamo nel cuore storico di Chieti dove troneggia l’imponente cattedrale di San Giustino, patrono della città. L’originale struttura medievale del sacro edificio è stata conservata nonostante le diverse ristrutturazioni e la parziale ricostruzione fatta dopo essere stata distrutta da Pipino. Di fianco al poderoso e massiccio campanile quadrato, iniziato nel XIV sec. e poi ultimato in quello successivo, un’alta scalinata conduce davanti ad un prezioso portale che c’immette nel maestoso interno a tre navate. E dalla Confraternita della Buona Morte, con sede nella cattedrale, viene organizzata ogni Venerdì Santo la Processione di Cristo morto risalente, sembra, ad un pellegrinaggio fatto a Roma dai chietini nel 1600 in seguito ad una pestilenza. Oggi tantissimi fedeli prendono ancora parte al solenne corteo, accompagnato dalle note del Miserere che oltre 150 orchestrali eseguono mentre si percorre un lungo tragitto tra le antiche strade della città. Ci allontaniamo dalla piazza e scendendo per una breve viuzza sfociamo in Corso Marrucino, la via più centrale ed elegante, classico ritrovo per la passeggiata serale. Ai lati del Corso superbi edifici fanno bella mostra di sé: la chiesa di San Francesco che, costruita in stile gotico, ha subìto numerose trasformazioni; l’ottocentesco Teatro Marrucino, oggi sede d'importanti appuntamenti artistici e culturali, e la chiesa di San Domenico con la sua architettura barocca. Arriviamo così a Largo Trento e Trieste su cui si apre l’ingresso al famoso Convento Diocesano che tra i suoi “storici” studenti può annoverare nomi illustri come Silvio Spaventa e Gabriele D’Annunzio. Ancora pochi passi e c'immettiamo in uno dei più deliziosi parchi della provincia: siamo nei giardini pubblici della Villa Comunale. Passeggiamo immersi nei colori e nei profumi dei lunghi viali di tigli, cedri e magnolie che si accompagnano ad allegre e fresche fontane, mentre meravigliose terrazze panoramiche svelano paesaggi mozzafiato. Nel centro del Parco, alla sommità di una piccola altura, c’è l’ex-villa dei baroni Frigeni, di stile neoclassico, sede del Museo Archeologico Nazionale dell’Abruzzo. Nelle sue stanze si ammirano i migliori reperti archeologici rinvenuti in Abruzzo e tra questi troviamo la misteriosa statua del “Guerriero di Capestrano”, riportata alla luce casualmente da un contadino nel paese aquilano.

Partiamo da Chieti e scendendo verso il mare procediamo lungo la strada che costeggia il fiume Foro. Tutt’intorno a noi si apre un meraviglioso panorama. Dopo pochi minuti incontriamo una strada immersa nel verde. La imbocchiamo, è una salita con diversi tornanti che sulla sommità della piccola altura ci fa entrare a Ripa Teatina. Anche questo ridente paesino vanta origini antiche come testimonia il suo storico nome Castrum Teate. Da visitare è la chiesa di San Pietro che presenta, sotto l’originario stile trecentesco, una ristrutturazione prettamente barocca. Nell’interno vi sono conservati una tavola del ‘500, una statua di legno dorato ed un reliquiario quadrangolare in argento.

Riprendiamo il viaggio e ci dirigiamo in una delle località del territorio più ricche per la produzione vitivinicola: stiamo parlando di Miglianico.

L’agricoltura in questa zona rappresenta ancora una delle principali risorse economiche e i suoi vini D.O.C. sono conosciuti e apprezzati dai palati più fini. Nella zona più alta del paese si erge il Castello medievale del 1150, che ha subìto le rovinose distruzioni dell’ultima guerra mondiale.

A pochi passi da qui sorge la Chiesa di San Michele Arcangelo, nota per la statua di San Pantaleone. L’adorazione del Santo, protettore dei malati, è strettamente legata alla storia della sua statua che, dicono, ritornò miracolosamente nel posto in cui venne trovata perché non ben accolta in chiesa da un prete. Da allora è iniziata la venerazione del Santo ed ogni anno, il 27 luglio, gli abitanti rinnovano i tradizionali festeggiamenti in suo onore con riti risalenti ad antiche liturgie contadine.

Continuiamo il nostro cammino nella valle del Foro e voltando le spalle al mare ci addentriamo per alcuni chilometri. Eccolo, il piccolo paese rurale di Giuliano Teatino, menzionato in alcuni documenti del 1300 con il nome di Julianum. Qui ogni anno, il 19 agosto, ci sono grandi festeggiamenti per la conclusione del ciclo agrario e il ringraziamento alla Madre Terra, dispensatrice di doni. Così, per l’occasione, i residenti allestiscono un carro votivo colmo di prodotti alimentari i cui principali ingredienti sono i cereali. E proprio in questa data ci si riferisce ad un miracolo piuttosto recente: si narra che un anziano contadino, in occasione della festa di Sant’Antonio del 1882, volle adornare la statua con un giglio che non solo restò fresco e profumato per mesi, ma addirittura, ad agosto, ebbe una nuova fioritura. Il fenomeno si ripetè anche l’anno successivo. Da allora la statua del santo con il giglio miracoloso è oggetto di devozione da tutto il mondo rurale circostante che ogni anno si riunisce numeroso per la festa di agosto.

Ma Giuliano Teatino è conosciuto anche per la sua buona produzione vinicola e per le sue rosse e saporitissime ciliegie.

A conclusione del nostro primo itinerario nella splendida provincia di Chieti, continuiamo a spostarci verso sud attraverso i dolci colli, fasciati di ulivi e di vigneti, proprio a ridosso della costa. L’ultimo grazioso paesino che visitiamo è Arielli, situato nella zona collinare di Ortona. Le sue antiche origini medioevali sono testimoniate dai resti di un castello, mentre nelle vicinanze del piccolo centro abitato sorge il santuario della Madonna delle Grazie dove è conservata una bellissima statua lignea della Vergine risalente al XV secolo. Visitiamo anche le due chiese, del 1200, di San Rocco e San Michele e poi una tranquilla passeggiata per le vie di Arielli alla scoperta della sua ospitalità.

Villamagna è un caratteristico paese nella valle del Foro dall’economia prevalentemente agricola. Si entra al centro abitato attraverso la Porta barocca dedicata a Vittorio Emanuele II. Le strade si snodano parallelamente con suggestivi scorci ed imponenti palazzi, ex sede Arcivescovile e la monumentale Chiesa di S. Maria Maggiore, baroccheggiante con pregevoli stucchi, ornamenti e antiche tele. Bella vista panoramica nel Parco pubblico con Monumento ai caduti.

Il 12 e13 luglio si svolge la tradizionale festa a ricordo dell’assalto dei Saraceni, vinti per intercessione di S. Margherita.

Dal 13 al 20 luglio la fiera dell’artigianato, mostra mercato e l’ultima domenica d’agosto la festa di S. Domenico, con la suggestiva “rappresentazione del lupo”.

             

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