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itinerario “Frentano”
Per chi arriva dalla via che costeggia l’Adriatico, la Basilica di San Giovanni in Venere appare improvvisamente in tutta la sua imponenza su di un ridente promontorio dominante il mare, a circa un chilometro e mezzo da Fossacesia. È una delle più importanti e solenni Chiese d’Abruzzo che ci svela la sua eterna bellezza appena giunti sul poggio coperto di argentei ulivi. La costruzione sembra risalire all’VIII sec. e si dice sorta su di un antico tempio dedicato a Venere Conciliatrice. La Chiesa venne quindi ampliata nel XI secolo e poi modificata nel 1165 in forme cistercensi. Nella facciata che si rivolge a nord si apre il magnifico Portale della Luna, adornato da sculture e colonnine laterali in marmo. Nell’attiguo convento possiamo invece ammirare un suggestivo chiostro in cui si avverte ancor oggi quell’atmosfera di mistica serenità. Dall’abbazia ci allontaniamo per un lussureggiante viale e subito ci immettiamo nelle vie di Fossacesia, dove si consiglia una visita alla Chiesa di San Donato, funestata nella seconda guerra mondiale e poi riedificata dagli abitanti del posto.
A questo punto si prosegue per la vicinissima Rocca San Giovanni, un piccolo paese agricolo immerso tra i vigneti e noto proprio per la sua produzione di ottima uva da tavola e da vino. Interessanti qui, dal punto di vista artistico, sono la Chiesa di San Matteo Apostolo, risalente al XIII secolo, e il Municipio del paese, anch’esso in stile medievale.
L’ameno paesaggio disegnato da vigneti, uliveti e frutteti ci accompagna fino a Lanciano, uno dei centri più interessanti della provincia. La leggenda vuole che la città sia stata fondata da Enea, giunto in queste terre durante la sua fuga da Troia. Dopo la guerra sociale divenne un importante municipio romano e da allora la vitalità della cittadina si protrasse nei secoli fino a divenire, in epoca medievale, un fiorente centro di scambi e di commerci. Oggi Lanciano distingue una parte moderna da una splendida ed ampia parte antica molto apprezzata dai turisti. Iniziamo la nostra visita dall’animato Corso Trento e Trieste che ci conduce nella caratteristica Piazza Plebiscito. Davanti ai nostri occhi ecco subito apparirci la Basilica di Santa Maria del Ponte, così chiamata perché la statua della Vergine venne ritrovata sotto l’antico ponte costruito in onore di Diocleziano. Dalla Piazza imbocchiamo Via dei Frentani e la percorriamo tutta: non ci stancheremo di ammirare le antiche costruzioni fra cui risplendono, come rari gioielli del passato, la torre di San Giovanni della Candelora, la Chiesa di Sant’Agostino e quindi la Chiesa di San Biagio. Sempre partendo da Piazza Plebiscito entriamo in Corso Roma e sulla sinistra dell’antica viuzza troviamo il portale della chiesa di San Francesco, meglio conosciuta come chiesa del Miracolo Eucaristico. L’episodio, meraviglioso e toccante, avvenne nell’VIII secolo durante la celebrazione di una santa messa, quando l’ostia si trasformò in carne e il vino in sangue. Tantissimi sono oggi i fedeli italiani e stranieri che quasi ogni giorno si recano a Lanciano per poter vedere le reliquie custodite sull’altare principale. Ancora tante sono le caratteristiche di questa città, come la superba Chiesa di Santa Maria Maggiore con il bellissimo rosone del XIV secolo che sovrasta l’imponente e originale portale a sesto acuto. Ma Lanciano, oltre alla suggestiva storia, offre anche tradizionali manifestazioni ed appuntamenti annuali. Il mese di aprile propone la Fiera dell’Agricoltura nello spazio dell'Ente Fiera, il mese di agosto è caratterizzato dall’Estate Musicale Frentana, rassegna di musica classica presso le Torri Montanare, alla fine della stagione estiva si celebrano le Feste di settembre inaugurate con la sfilata medievale rievocativa del Mastrogiurato e con la commemorazione della Ma- donna del Ponte che vede le donne portare in dono conche di rame colme di prodotti tipici della campagna. Le gare ippiche e i festeggiamenti patronali chiudono il 16 settembre l'avvenimento con spettacolari fuochi pirotecnici.
Campi sterminati, spazi aperti alla luce, una sensazione di profonda libertà: è l’Abruzzo della Val di Sangro con la sua tranquilla e fertile pianura, le tenui colline, i suoi placidi e limpidi corsi d’acqua. Qui, nella zona più interna della valle, in queste terre dove il presente ha sempre un passato lontano e i paesi sono preziosi scrigni di affascinanti gioielli storici, incontriamo Casoli. La parte antica del paese è arroccata sul cocuzzolo di un colle sulla cui cima domina un castello del XI secolo con caratteristica torre quadrata. Poco più in basso è da visitare la Chiesa di Santa Reparata con al suo interno opere rinascimentali e una statua settecentesca della Santa. Lasciata l’antica cittadina scendiamo a fondovalle dove incontriamo invece la zona moderna, ma anche i ruderi di un anfiteatro e di un acquedotto.
Facciamo ancora un po’ di strada, pochi tornanti immersi nel verde che costeggiano il fiume Sangro ed eccoci arrivati ad Archi. È splendido il panorama che si può scorgere sul colle in cui è situato questo tranquillo paese dalla classica struttura architettonica medievale. Qui troviamo diversi resti delle mura che proteggevano il borgo e, nella zona più alta, sono visibili ancora i ruderi di un castello risalente al secolo XI. Poi una sosta in piazza dove noteremo il “Monumento ai caduti” di guerra, opera dello scultore abruzzese Guido Costanzo.
A questo punto arriviamo a visitare uno dei più grandi paesi nella valle dell’Osento: Atessa. Si distende su due colli e, secondo una leggenda, vi erano due paesi (Ate e Tixe) separati da una valle abitata da un terribile drago. Dopo tante preghiere degli abitanti per scongiurare il pericolo del mostro, arrivò il vescovo di Brindisi, Leucio, che uccise il dragone tagliondoli a pezzi. Da allora San Leucio divenne patrono di Atessa e a lui fu dedicata la Chiesa trecentesca, dove si conserva una costola di mammifero attribuita al drago dalla fantastica storia. Fuori dal centro abitato, ad un paio di chilometri di strada, troviamo il Convento di Vallaspra del 1400, nel cui interno si ammira una tavola di scuola veneta raffigurante la Madonna di Vallaspra. Suggestivo è il Chiostro del Convento con al centro il pozzo del miracolo dove si dice riapparve l’acqua in un periodo di grande siccità per il paese. E proprio quando l’acqua è un tesoro prezioso per i campi, cioè nei primi tre giorni di maggio, i contadini di Atessa organizzano la “’Ntorcia di San Martino”, una processione augurale affinché il raccolto non abbia a subire la siccità. I pellegrini si avviano dalla chiesa di San Leucio verso Fara San Martino, dove porteranno doni votivi a San Salvatore a Maiella.
Sull’altro versante del Monte Pallano, alle sue pendici, sorge il paese di Bomba che si affaccia sull’omonimo lago. È spettacolare il paesaggio che ammiriamo dal centro storico: una moltitudine di colori, nelle mille gradazioni del verde dei boschi che si specchiano nelle azzurre acque del lago. Sulle sue rive sono sorte graziose strutture turistiche: accoglienti bungalows, graziosi e comodi chalet, ospitali ristoranti e perfino un ostello per la gioventù. Qui il turista è davvero “di casa”, ci sono tutte le comodità e i divertimenti per godere di questo scorcio di natura ancora incontaminata. Risalendo invece per un ripido costone entriamo in paese. Scopriamo subito la sua antica origine medievale incamminandoci lungo le piccole stradine che s’insinuano tra le vecchie abitazioni in pietra. Una visita alla chiesa di Santa Maria del Popolo e poi alla vicina casa che diede i natali a Silvio Spaventa e al fratello Bertrando, filosofo hegeliano.